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Il pellegrinaggio: cos'è?

Etimologicamente, il termine pellegrino deriva dalla parola latina peregrinus e ha come radice per ager, che significa “attraverso i campi” o Per eger, che indica un passaggio di frontiere. Per i romani, 1l peregrinus è semplicemente uno straniero o un viandante. Solo in seguito questo termine acquista un'accezione religiosa e indica chi compie un percorso per incontrarsi con il sacro attraverso un complesso sistema di codici, riti e pratiche.

Sebbene i pellegrinaggi siano completamente incorporati alle diverse religioni e ne mutuino sia gli elementi dottrinali che le pratiche del culto, tuttavia, al di là delle differenze storiche, tutti hanno motivi e fini comuni.

Il pellegrinaggio è un fenomeno quasi onnipresente nel tempo e nello spazio e la sua permanenza è attestata anche nella nostra epoca, sebbene sia in parte desacralizzata. È, quindi, un fenomeno universale e non legato alle religioni istituzionali.

Perciò, è possibile trovare un'unica definizione generale di pellegrinaggio in grado di comprendere tutte le sue diverse forme ed evidenziare gli elementi sempre presenti nella sua struttura. In ogni pellegrinaggio, per esempio, si trovano due realtà costanti: il desiderio dell'uomo di entrare in comunicazione con il divino e la volontà di catturare a suo vantaggio una potenza e un'energia superiori che egli percepisce come sovrannaturali.

Analizzando il pellegrinaggio cristiano, Henry Branthomme lo definisce “la strada tra la terra e il cielo”. Si potrebbe anche vedere come il movimento del corpo e insieme dell'anima che tendono a raggiungere un'unica meta. Per tale motivo, può essere considerato una forma devozionale come la processione o la Via Crucis con le quali ha in comune la marcia. E proprio in questo muoversi verso un luogo designato ritroviamo i tre caratteri universali del pellegrinaggio:

            1. L'esistenza di un luogo considerato sacro che costituisce la meta del pellegrino.

            2. Un percorso da compiere per recarvisi. Lo spazio presuppone una distanza fra il pellegrino e la meta e una via da seguire. Più precisamente, il pellegrinaggio può essere visualizzato mediante un ellisse. Anche quando vi è la sovrapposizione fisica del percorso di andata con quello del ritorno, il pellegrino li vive in modo notevolmente diverso. Egli infatti non affronta la via dell'andata con lo stesso stato d'animo che ha durante il ritorno e attribuisce ai due percorsi valenze simboliche notevolmente diverse. Durante l'andata - che costituisce un avvicinarsi lento, graduale, sofferto, alla meta e una preparazione spirituale all'incontro con il sacro - il pellegrino tende a fermarsi in tutte le stazioni intermedie e a visitare luoghi e santuari che incontra sulla via. Nella strada del ritorno, quando il fedele ha ormai raggiunto il suo scopo, cerca di arrivare alla propria casa il più rapidamente possibile, assumendo un atteggiamento che lo accomuna più a un turista che a un devoto.

            3. Un certo numero di atti religiosi individuali o collettivi da compiersi prima di partire, durante il percorso, all'arrivo al luogo santo e al ritorno alla propria casa. Fra i riti più comuni a molte religioni vi sono quelli in cui si fa uso di acqua o di fuoco, si lasciano doni o ex voto, oppure vi sono alcune pratiche come la circumambulazione, la mortificazione fisica, la genuflessione, la preghiera, il digiuno e così via.

Usando le parole di Raymond Oursel, un pellegrinaggio è “l'atto volontario con il quale un uomo abbandona i luoghi a lui consueti, le proprie abitudini e il proprio ambiente affettivo per recarsi in religiosità di spirito fino al santuario che si è liberamente scelto o che gli è stato imposto dalla penitenza”.

 

Una volta stabilito che compiere un pellegrinaggio significa partire, fare un percorso e stabilire un contatto con il sacro, possiamo analizzare questo fenomeno da due punti di vista. Considerarlo cioè una questione individuale e indagare sulla natura dei moventi, delle ragioni, dei desideri, dei bisogni che spingono le persone a compierlo. Oppure trattarlo come una questione istituzionale e analizzare le strutture dei valori, delle norme, dei simboli, delle usanze, dei ruoli, delle relazioni inerenti ad esso. Quindi, da un lato il pellegrinaggio appare il risultato di bisogni individuali universali, dall'altro è un'istituzione immersa nella storia e di conseguenza sensibile ai mutamenti della società.

 

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